Roberta Bonanno è tornata. Una delle protagoniste più riconosciute di
Amici, nell’“anno scolastico”
2007/2008 del talent show di Canale 5, è oggi di nuovo in carreggiata a due anni dal primo Ep di successo “
Non ho più paura“, con un album dal 3 giugno su iTunes che porta il suo nome.
Dodici pezzi che si distinguono per il pregio di una voce di grande intensità: ricorda molto
Kelly Clarkson, ma con sonorità che ammiccano - forse non abbastanza - a quelle pop-rock inglesi.
L’abbiamo incontrata per parlare un po’ di lei, di Amici, delle vecchie difficoltà di emersione in un periodo produttivo molto diverso rispetto a oggi e… di
Marco Carta.
Parliamo subito di questo nuovo disco.
L’album è frutto di un lavoro lungo cominciato a ottobre del 2009 e concluso solo poco tempo prima del suo lancio. Una preparazione lunga: sono stati mesi molto intensi.
A parere di parte, ma a suo modo obiettivo, posso dire che si tratta di un album molto ricco, minuzioso e pensato nei minimi dettagli. Un prodotto di alta qualità.
Dopo Amici e dopo il primo EP per la
Sony, sei ritornata a tutti gli effetti alla gavetta, quella dei locali e dei pub e delle manifestazioni locali. Cosa ha significato per te questo periodo di vita professionale?
La mia gavetta è cominciata molto prima di Amici. Quando sono entrata nel talent a 22anni studiavo canto e facevo già esibizioni dal vivo: avevo già preso una direzione chiara e definita.
La parentesi del reality è stato periodo particolare che mi ha permesso di fare molto di più. Certo bisogna studiare, vale per tutti e serve sempre. Ma è il live che ti forma di più, sotto tutti gli aspetti.
Nell’album sono contenuti due brani, “
Sorelle d’Italia” e “
Per un attimo”, pezzi cantati nella prima versione da altre artiste, giusto?
È esatto. I brani sono nati dal mio attuale produttore
Francesco Vitaloni per le rispettive pubblicità, ma mai pensati per arrivare dentro un album. Ora hanno ritrovato vita come singoli.
Hai qualcosa da dire a Marco Carta, memori tutti della vostra eterna rivalità? Tra l’altro il suo disco è uscito pochi giorni prima del tuo…
In realtà l’ho visto proprio ieri sera. Marco dal punto di vista artistico è cresciuto molto in questi anni. Siamo nati ad un giorno di distanza e abbiamo affrontato un programma come Amici da giovanissimi.
È stato un periodo di passaggio e di crescita forte. Ti fa capire tante cose quel reality. È chiaro però che, fino a quando le dinamiche del gioco televisivo erano quelle, il clima non poteva che essere molto teso. Poi ci sono le vite di ognuno di noi.
Oggi sono molto contenta del suo percorso. È un ragazzo che ha un sogno che si sta realizzando e sono felice per lui. E so che le soddisfazioni sono arrivate anche nella sua vita privata.
Le ostilità del passato oggi sono decedute, defunte e sotterrate. Lui ha una bellissima carriera davanti, io mi sto rimettendo in gioco adesso: se ognuno è soddisfatto del suo, non ci sono problemi.
Quando ci siamo visti è salito in macchina e gli ho fatto ascoltare tre miei pezzi: devo dire che gli sono piaciuti! Siamo in un periodo di grande serenità.
Insieme agli artisti di Amici della tua edizione (e di quelle precedenti) avete fatto più fatica a emergere. Il pregiudizio verso i talenti televisivi è stato finalmente superato?
C’è uno stacco evidente. Adesso viene dato uno spazio talmente grande ai talenti televisivi che esiste quasi un’era prima e un’era dopo la nostra. Tutto questo nasce dalle nuove necessità di un mercato discografico che sia ieri come oggi, è in forte declino. Solo che prima vedevano in noi un rischio economico.
Oggi invece quelle stesse case discografiche si affidano molto di più al meccanismo televisivo, che comunque assicura un ciclo più o meno lungo di vita garantito ai suoi cantanti grazie alla visibilità delle telecamere.
Prima, se vincevi Amici, si provava a imbastire un progetto, c’era un lavoro di emersione più lungo. Oggi c’è un’attenzione del tutto diversa: nei miei anni Sanremo non ti prendeva nemmeno in considerazione. In questo dopo la partecipazione e la vittoria di Marco Carta qualcosa è cambiato.
Oggi ad Amici c’è un’attenzione mirata dalla prima all’ultima puntata. C’è un maggiore sostegno, un sostegno che è quasi meta televisivo.
Una delle cover che porti in giro nei live è “
Bad Romance”. Cosa ne pensi del percorso artistico e del fenomeno discografico che ruota attorno a
Lady Gaga?
Mi piace, anche se fa cose che non farei mai: in quelle vesti non mi sentirei a mio agio.
Il problema è che mantiene una stessa linea stilistica sia nella vita pubblica che in quella privata. Porta con sé un eccesso che non credo sia rispettoso, a volte.
La tua fama vive anche grazie ad uno zoccolo duro di fedelissimi che ti seguono e non ti abbandonano mai, anche quando eri ferma dal punto di vista produttivo: c’è qualcosa che vuoi dire loro?
La cosa più bella è che i fan mi hanno ascoltato quando non avevo niente da dire.
Hanno sempre cercato di lasciarmi un po’ in alto anche quando ero al buio. Sono persone che ti danno l’inimmaginabile.
Se non avessi avuto loro avrei avuto molte difficoltà a riemergere: non mi pensano come un idolo, ma come un loro altro. La sensazione che ho è che se ce la faccio io in qualche modo è una conquista che fanno anche i miei fan. È una sensazione bellissima.
Dove vuole arrivare oggi Roberta Bonanno?
Voglio cantare, potermi divertire e far divertire la gente. Faccio della mia passione il mio lavoro e oggi come oggi è una bella fortuna, un bel traguardo.
Poi ci sono le aspettative e i sogni. Potrei dire che mi piacerebbe vincere un
Grammy, ma sono dell’idea che le tappe vadano bruciate piano. Un percorso, se fatto con calma e senza presunzione, porta i suoi frutti.