Luca Jurman, musicista e vocal coach di lunga data - noto soprattutto per la sua partecipazione al talent della De Filippi e per aver «creato» i fenomeni Marco Carta, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu - esce oggi con il suo primo libro: Vocal Classes® - L'evoluzione nel canto (ed. DeAgostini, pagg. 313, € 20). Il volume è dedicato ad Alex Baroni, il cantante morto tragicamente nel 2002, a soli 36 anni.
Perché, Jurman, questa dedica?
«Perché è stato il primo a cui ho insegnato canto, era doveroso. Alex mi chiese di dargli lezioni e io, grazie a lui, sono riuscito a soddisfare il bisogno di sviscerare la musica che avevo dentro».
Lei ha collaborato con tanti big della musica, italiani e non: c'è qualcuno di cui conserva un ricordo particolare?
«Quelli con cui ho lavorato più a lungo: Laura Pausini ed Eros Ramazzotti. Lei, una stakanovista incredibile; lui sembra un burbero ma ha un cuore grande. Ad accomunarli, un "comportamento internazionale" che li rende molto rispettosi nei confronti dei collaboratori. Si vede che sono abituati a lavorare all'estero».
Non sia troppo buono, se vuole può togliersi qualche sassolino dalla scarpa…
«Ormai sono abituato a camminare scalzo».
Capitolo Amici. Lei insiste molto sulla necessità di studiare, ma le sue «creature» sono prodotti televisivi, come la mettiamo?
«L'importante è non seguire esclusivamente le regole del commercio, perché la musica è soprattutto arte: il mercato può regalare attimi di gloria, ma solo l'arte garantisce una carriera duratura».
E Marco Carta, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu dureranno?
«L'importante è che non si sentano mai dei geni o dei padreterni».
Lei a un certo punto si era allontanato dal programma di Mediaset, poi è rientrato. I diverbi con Maria De Filippi si sono appianati?
«Con lei personalmente non ho mai avuto screzi, anche se i nostri modi di pensare e vedere la professione sono molto diversi. Al momento la nostra collaborazione lavorativa è sospesa: intorno ad Amici ci sono ormai troppi interessi che contaminano il programma. Un programma che dovrebbe essere basato esclusivamente sul talento».
Fonte: Style.it di Raffaella Serini